venerdì 3 aprile 2009

Una vita disonesta – Stefano Rosso

 

Stefano_Rosso_nel_1978

 

 

Si discuteva dei problemi dello stato
si andò a finire sull'hashish legalizzato
che casa mia pareva quasi il parlamento
erano in 15 ma mi parevan 100.
Io che dicevo "Beh ragazzi andiamo piano
il vizio non è stato mai un partito sano".
E il più ribelle mi rispose un po' stonato
e in canzonetta lui polemizzò così:


"Che bello
due amici una chitarra e lo spinello
e una ragazza giusta che ci sta
e tutto il resto che importanza ha?
che bello
se piove porteremo anche l'ombrello
in giro per le vie della città
per due boccate di felicità".


"Ma l'opinione - dissi io - non la contate?
e che reputazione, dite un po', vi fate?
la gente giudica voi state un po' in campana
ma quello invece di ascoltarmi continuò:


"Che bello
col pakistano nero e con l'ombrello
e una ragazza giusta che ci sta
e tutto il resto che importanza ha?"

 
Così di casa li cacciai senza ritegno
senza badare a chi mi palesava sdegno
li accompagnai per strada e chiuso ogni sportello
tornai in cucina e tra i barattoli uno che....


"Che bello
col giradischi acceso e lo spinello
non sarà stato giusto si lo so
ma in 15 eravamo troppi o no?".
E questa
amici miei è una storia disonesta
e puoi cambiarci i personaggi ma
quanta politica ci puoi trovar

 

Una storia disonesta (1976) – Stefano Rosso

2 commenti:

Lara ha detto...

Di Stefano Rosso, ricordo "Bologna '77"

Ma anche questa, mica male!

Anonimo ha detto...

MICA MALE! SPACCAAAAA!!!!

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