venerdì 17 aprile 2009

Pene dell’inferno – Curiosità del giardino di Epicuro – II

Qui amat per-i-culum
peribit in illo

La predica che abbiamo riportato è un esempio tipico di linguaggio da quaresimale ove però e sottesa una finalità erotica che abbiamo voluto marcare anche ricorrendo allo sdoppiamento delle parole mediante un trattino.
L'allusione erotica è evidente e spesso salta agli occhi. L'autore deve essere stato sicuramente un ecclesiastico esperto di trasporti amorosi e mistici che in questo caso si fondono e si confondono.

Dolcissime ascoltatrici

Bolle e ribolle la caldaia dell'ira divina, e se voi, o mie fedeli, non la calmate afferrando con vigore lo schiumatorio della penitenza, essa verserà dentro di voi la broda bollente di cui è riboccante.
Dunque, apritemi totalmente le vostre delicatissime e piccole labbra, preparandovi ad ingoiare la parola dello spirito, che vi nutrirà come manna celeste.
Oh! Quanto bramerei, donnine mie, vedervi nude ad ogni peccato, per poter introdurre nelle vostre candide coscienze, il mio non lungo ma nerboruto argomento; persuaso che il seme delle mie parole farà generate in voi dei maschi propositi.
Dividerò il mio ser-mone in tre parti: prima mi introdurrò nel cuore delle giovani nubili, poi andrò dietro alle caste vedove, infine concluderò la mia lezione soffermandomi lungamente e piacevolmente sulle donne maritate.
Or-sù! Prestatemi, donne mie di-letti-ssime, prestate-mi la vostra impaziente attenzione, prestatemela, si prestatemela tutta, ed io vi giuro, per quel sacro cordone che mi pende davanti, che vi farò tutte felici e contente.


A voi verginelle m'inchino e, prime fra tutte, vi scelgo per introdurre il mio discorso, voi sul cui capo bisognerebbe infilare una corona di fiori, simbolo dell'innocenza.
Non basta stringere al seno il giglio della purezza, bisogna anche curare la rosa, il simbolo d'amore e segno della fraganza della vostra intatta coscie-nza. Tenete la rosa lontano da ogni mano volgare, non lasciatela mai sfogliare, per così dire, concedendo di penetrare nel vostro petto immacolato, anche in minima quantità, materia che non sia pura.
Agendo così potreste impregnare la vostra giovane vita di germi let-ali, contrari alle vostre snelle forme e costringere le vostre famiglie a nascondere il fardello che su loro pesa. Talune poi, cacciate di casa, sarebbero costrette a cercare case più piccole e non trovandole rimarrebbero in mezzo a una strada.

  • Tratto da “Pene dell’inferno”

  • Sottotitolo - "Predica" tenuta nella Chiesa di Santa Sfondata V. e M. da frate Bischeraccio dell'Ordine dei Chiaverini nell'ano 69.

  • Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

  • Editore: Felice Scipioni

    1 commenti:

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