giovedì 16 aprile 2009

Chi ha preso l’uccello – Curiosità del giardino di Epicuro – Parte II

 

La sera scorsa, un povero uccelletto,

ferito dalla fionda di un maschietto,

venne tremante, con un'ala offesa,

a rifugiarsi in un'antica chiesa.

Insanguinato e afflitto dal dolore,

cercava aiuto in casa del Signore!

Dalle tendine del confessionale

il prete vide e intese l'animale,

ma avendo ormai notato che di fuori

c'erano non so quanti peccatori,

richiuse le tendine interamente

e si rimise a confessar la gente.

Ma una donna, notato l'uccelletto,

lo prese e al caldo se lo mise in petto

(Allora si sentì un lungo cinguettio: ci-ci,ci-ci,ci-ci...)

Il prete sbalordito a quel rumore,

il ruolo abbandonò del confessore

e scuro in volto, peggio della pece,

s'arrampicò sul pulpito e poi fece:

"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore,

vada fuori dal tempio del Signore!".

I maschi, tutti quanti in una volta,

s'alzaron per andar verso la porta,

ma il prete, a quell'errore madornale,

"fermi - gridò - mi sono espresso male,

tornate indietro, statemi a sentire,

sol chi ha preso l'uccello deve uscire".

A testa bassa e la corona in mano

cento donne s'alzarono pian piano,

ma appena accortosi del nuovo errore

"ferme - rigridò il prete - per favore,

intendo dir, con voce chiara e stesa,

esca sol chi l'uccello l'ha preso in Chiesa".

A questa frase, nello stesso istante,

le monache si alzaron tutte quante

e con la faccia piena di rossore

lasciarono la casa del Signore.

"Oh Santa Vergine! - esclamò il prete -

sorelle, rientrate e state quiete,

esca immantinente e piano piano

solo chi adesso ha l'uccello in mano".

Una fanciulla che col fidanzato

era nascosta in luogo appartato

dentro una cappella laterale,

poco manca che si sentisse male,

e a stento sussurrò col viso smorto:

"che ti dicevo? hai visto... se n'è accorto!".

 

Queste divertenti strofette sono state da me rielaborate dopo averle intese declamare, in occasione di un incontro conviviale innaffiato da abbondanti libagioni, dal contadino (scarpe grosse ma cervello fino) Flavio Pelosi di Grotte di Castro (Vt).

Le fragorose, prolungate risate degli astanti, I'hanno indotto a replicare più volte la magistrale declamazione.

Tratto da “Chi ha preso l’uccello” - L'allusione fallocratica nella letteratura popolare

Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

Editore: Felice Scipioni

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come le chiese sarebbero deserte se si rispettassero alla lettera le sue imposizioni?!!
Mi viene in mente questo pensiero...

Valeria ha detto...

Anche a me l'aveva declamata un parente!!!Eh eh eh!Fortissima!;)

Lara ha detto...

ahhhhahahahah!
Che risate!!!

Pro-Abruzzo ha detto...

:D:D:D:D

Alan ha detto...

Troppo bella xD

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