giovedì 30 aprile 2009

Medici inutili, medicine insane – Curiosità del giardino di Epicuro

IL MITO DELLA SALUTE

La suprema aspirazione dell'uomo e della donna (non dei bambini che, grazie a Dio, ancora non ci pensano) è quella di poter conservare il proprio corpo il più a lungo possibile. Per i miscredenti, onde fargli godere fin l’ultima stilla di questa vita terrena da loro ritenuta cinicamente unica e irripetibile. Per i buoni cristiani al fine di ritrovarselo, anche dopo la morte, il giorno del Giudizio Universale, al cospetto del Padreterno, ancora in condizioni decenti, dato che dovranno tenerselo in eterno.

Così gli ultraottantenni (meglio le) fanno parte oggi di un esercito irrequieto e agguerrito che prende d'assalto le mura ambulatoriali ed i presidi sanitari pubblici facendo scricchiolare le loro deboli difese. La stessa foga li spinge verso i tanti templi della medicina così detta alternativa dove trovano novelli e suadenti sacerdoti che promettono loro l'elisir di lunga vita.

Ed i giovani, evidentemente contagiati dall'esempio di questi turbolenti vecchietti, fatti gli opportuni calcoli statistici ed attuariali, sono portati ad immaginare un futuro ancora migliore e pretendere per se molto di più. Per essi il problema, diciamo curativo, e già superato nell'immaginario collettivo. Ci si curerà sempre meno per il semplice motivo che ci si ammalerà sempre di meno.

Oggi la parola d'ordine, magica, suggestiva è prevenire.

Che vuol dire andarti a cercare malattie che non hai o mali che, buoni buoni, non ti avrebbero mai dato fastidio, o peggio, rovinarti l'esistenza sapendo, prima del dovuto, la fine che farai.

C'e il famoso check-up, lo hanno inventato gli americani. Sentii parlare di questa cosa, negli anni '50, da certi marittimi che mi avevano raccontato di questa pratica in voga oltreoceano. Cerano. mi dicevano, "cecappe" da 10, 20, 50 e più dollari. A seconda del peso della borsa, il paziente era in grado di quello che aveva e quello che poteva capitargli. Per cui succedeva spesso che il poveraccio avesse niente ed il ricco tutte le malattie di questo mondo. Le solite ingiustizie sociali!

Con la mutua e con le prestazioni (quasi) gratuite dalle nostre parti le cose vanno diversamente.

Come in un rituale di un Dio crudele, si versano fiumi di sangue (più di quanto ne sia stato versato nell'ultimo conflitto per sapere a che punto sono il colesterolo ed i suoi perversi parenti.)

Lì si combatte a tavola. Ingurgitando, assieme a bistecche, pastasciutte, formaggi, uova e dolci, pillole di tutti i colori. Il tasso dello zucchero nel sangue viene seguito, nei suoi alti e bassi, come una tappa dolomitica del giro d'Italia. Magari digiunando un paio di giorni prima per fregare il medico che ti fa la glicemia.

Il monitoraggio, si dice così, della pressione arteriosa, non conosce neppure i giorni festivi. Con certe trappole elettroniche tutti in famiglia sanno giorno per giorno, ma che dico, ora per ora, con quale forza il ventricolo sinistro pompa san­gue nell'albero arterioso.

Neppure i cosmonauti di Cap Canaveral, alla vigilia di un lancio sono gratificati di queste attenzioni.

E c'è chi si fa fare un elettrocardiogramma ogni tre mesi, per vedere che le coronarie non si siano nel frattempo tappate e chi, magari convinto assertore dell'antinucleare, si fa irradiare due o tre volte l'anno cosi, tanto per vedere come vanno le cose là dentro. E c'è chi, sul più bello, palpando le mammelle della moglie (sua o di qualcun altro) avverte qualche nodulino sospetto che è bene controllare...

E poi c'e il così detto essere in forma.

Ecco, questo è un principio che va al di la della prevenzione e del concetto di salute. E' una sublimazione dello stato di salute. Perché star bene è un conto, sentirsi in forma è qualcosa di più e di meglio. Una volta si diceva: stai bene? Ora si dice: sei in forma?

E per avere una conferma di ciò non ci si stringe più la mano, ma si palpano i bicipiti per valutarne la consistenza.

È una condizione soggettiva di onnipotenza. Vuol dire avvertire dentro un qualcosa che ti rende sicuro, quasi aggressivo, dominante nei confronti del tuo prossimo.

Come si conquista questo stato di grazia?

Ma faticando, perbacco, faticando!

Quando vedi, tra nuvole di smog, quei disperati che cor­rono, corrono con una smorfia di dolore sul viso come se inseguissero l’ultimo autobus, quelli sono i seguaci dello jog­ging. Lo ha inventato un americano al quale, pare, sia venuto un accidente proprio durante le sue sperimentazioni podistiche. Un martire della scienza.

Nei giorni pari o dispari, c'è un calendario rigoroso da rispettare, i nostri forzati si concentrano in quei luoghi che i romani chiamavano ginnasi, noi palestre. Eccoli, sudati marci, in siti maleodoranti, avversati, inglobati, schiacciati da macchine idiote, a bruciar calorie con un dispendio energetico che potrebbe essere speso più nobilmente in lavori utili.

Dopo un'ora di supplizio (ah, quanto mi sento bene!) e co­me se avessero arato un campo, raccolto venti ceste di pomodori, tagliato un mezzo ettaro di bosco. (Ma queste cose le lasciano fare agli altri... meno sportivi!)

Attenzione però: queste fatiche devono essere dovutamente compensate con barattoli di aminoacidi, soluzioni di destrosio con pappine di soia e poi tante, tante vitamine. Specialmente la A e la E che proteggono da quei cosi lì, i radicali liberi che fanno tanto male.

Eppoi la dentro non c'e il sole? Non è un problema.

Ci sono, in tutte le palestre che si rispettano, anche i raggi ultravioletti che ti abbronzano in dieci minuti, anche di notte. Per non rovinarsi gli occhi sono raccomandati gli occhiali scuri scuri che si possono portare anche fuori di lì, durante il giorno o a sera inoltrata per darti quell'aria così, tra il mafioso ed il non vedente.

Eccoli, questi giovani fanatici della forma diventeranno presto, se non lo son già, i fanatici della salute come i loro padri e nonni.

Obbedendo al motto latino: "Mens sana in corpore sano" eludendo il primo assioma, sperano di realizzare il secondo.

Ma, buon per loro, il terzo millennio è alle porte.

Con la manipolazione genetica, la clonazione ed altre diavolerie del genere potranno aver figli andando direttamente in clinica senza passare dalla camera da letto e potranno sceglierli su di un depliant illustrato,

Non più sotto i cavoli, nasceranno individui alti, sani, belli e longevi. Magari tutti biondi...

Ah, se fossi ancora vi­vo, che soddisfazione, Adolfo!

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Tratto da “Medici inutili, medicine insane”

di Clodomiro Mancini

Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

Editore: Felice Scipioni

4 commenti:

Lara ha detto...

Anche questo libro è notevole, per le verità che contiene.
Ho visto il sito dell'Editore Scipioni e letto quello che ha scritto.
Mi piace :)

Ciao Frankie!
Lara

Frankie Palla ha detto...

Lara
Si, è "notevole" hai ragione. Mi piace l'ironia con la quale descrive il tutto. L'autore è un medico.
Ciao Lara

Lila ha detto...

bello, il pezzo. Se non fosse che io combatto con chi la prevenzione non la fa, e non si tiene nemmeno in forma... ma affollano gli ambulatori credendo che la soluzione sia solo nelle mani di qualche stregone della scienza, e non piuttosto insita nelle capacità proprie, innanzitutto.
:)

Frankie Palla ha detto...

E' molto più facile credere nello stregone. Facile e comodo.
E' una questione di pigrizia non di ignoranza.

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