lunedì 20 aprile 2009

Ecclesia Magna (2) – Curiosità del giardino di Epicuro

Si narra che il clero trentino era assai ghiotto di “strangolapreti”: fumanti terrine di questa specialità venivano portate sulle mense dei monsignori, degli abati mitrati, dei principi vescovi che ne mangiavano con avidità tanto che a qualcuno, per la troppa furia, andarono di traverso, soffocandolo. Non concorda con questa teoria il Belli: se la voracità dei preti è tale “da ignottisse magara in un boccone er sor Pavolo Biondi sano sano, il poeta si chiede:

...ma a proposito qui de strozzapreti

io nun pozzo capì pe che raggione

s’abbi a dì che strozzino li preti!

 

Un succulento pranzo tra preti e frati viene descritto da Goethe nel diario del suo viaggio in Italia, alla data del 12 marzo 1787: a Palazzo Filangeri di Napoli, pur essendo Quaresima, cuochi provetti avevano preparato piatti di carne mascherati sotto forma di pesce.

Risale al XII secolo la leggenda dell’EST EST EST: un prelato tedesco, tale Johann Defuk, che scese in Italia al seguito dell’imperatore tedesco Enrico V, si faceva precedere da un servo a un giorno di cammino, affinché questo contrassegnasse con la parola EST (c’è) quelle osterie nelle quali si trovava vino buono. Giunto a Montefiascone il servo trovò un vino talmente buono da meritare un triplice EST. Quando Defuk arrivò nella cittadina del viterbese ed ebbe assaggiato il vino decise che non ne sarebbe più partito. Nei due anni seguenti bevve tanto di quel vino da morire di cirrosi epatica.

 

Per l’Italia del ‘500 due esempi significativi: l’amore del parroco di Grosso in Valtellina per la buona tavola è registrato perfino nell’archivio comunale con la frase: “magna troppe spezie”. A Venezia il cappellano del monastero delle Convertite, tale Giovan Pietro Leon, arrestato dall’Inquisizione per reati sessuali in confessionale, “viveva di fagiani e starne et di preziosi vini et haveva la camera piena di confetti e ristorativi”.

 

Un clamoroso caso di un prete morto per indigestione è accaduto a Gerusalemme nel 1996: dai giornali si apprese che un sacerdote messicano era morto nella sua stanza, presso la basilica del Santo Sepolcro, soffocato dall’ingestione di un’eccessiva quantità di cibi e bevande.

 

Un recente caso di un prete amante dei liquori e finito sui giornali è quello di Don Franco Mondellini, arrestato per truffa e narcotraffico nel 1996. In un’intervista rilasciata il giorno successivo alla sua cattura, alla Gazzetta di Parma, un esercente di Torrechiara sostiene: “Don Franco? Certo che lo conosco. Ogni tanto veniva qui in negozio a fare la spesa. Che comprava? Whisky, liquori...”.

 

Ed ecco, dulcis in fundo, un eloquente divieto imposto nel 1970 dal sacerdote della parrocchia dei SS Silvestro e Martino di Milano ai suoi coadiutori: “Vi proibisco di andare nelle case a visitare le famiglie poiché ci si va solo a scroccare cene”.

 

 

Tratto da “Ecclesia Magna”

Sottotitolo: Gli uomini di chiesa tra abbuffate e astinenze

Autore: Pierino Marazzani

Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

Editore: Felice Scipioni

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