martedì 21 aprile 2009

Ars schiattamoriendi – Curiosità del giardino di Epicuro

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I tre giorni di Berlusconi

Berlusconi decide di acquistarsi, per quando sarà il momento, una tomba degna di lui. Incarica il fido Emilio Fede di provvedere in merito. Dopo avere scartato, perché non degni di lui, il Phanteon, San Pietro, le Piramidi, la Valle dei Re, finalmente decide per il Santo Sepolcro.

Caro cavaliere”, dice Fede, “c’è però un piccolo particolare. Siccome il Santo Sepolcro è in Israele, gli ebrei non lo mollano facilmente. Vogliono, visto che lo desideri ... 10 miliardi di dollari!”

Berlusconi ci pensa su e poi sbotta: “Certo che dieci miliardi di dollari per tre giorni mi sembrano un po’ eccessivi!”



Non è mio marito e neanche...

Una signora di Torre del Greco denuncia la sparizione del marito in questura. Disperata telefona tutti i giorni per sentire se l’hanno ritrovato, finché, passato parecchio tempo, la fanno andare all’obitorio per un eventuale riconoscimento di un cadavere ripescato ad Antignano.

Aperto il cassetto frigorifero si vede una salma ricoperta da un lenzuolo; la signora è terrea, e, con imbarazzo e cautela, scoprono un volto maciullato dagli scogli.

Commissario, potrebbe essere lui ma la faccia è troppo malridotta! Si può scoprire qualcosa di più?”

Scoprono anche il torace e: “Commissario, anche mio marito aveva questa peluria ma si vede poco, è troppo rovinato dagli scogli! Si può scoprire ancora qualcosa?”

A questo punto tolgono completamente il lenzuolo e la signora sbircia tutto il visibile. Riprende colore con aria di sollievo: “No, commissario, non è lui, ma le dirò di più: non è neanche di Torre del Greco!”



La resurrezione di Lazzaro

Gesù arriva davanti alla tomba di Lazzaro seguito da una folla di fedeli. Giunto di fronte all’entrata alza le mani al cielo e, con voce solenne, gli intima: “Lazzaro! Alzati e cammina!”

Dalla tomba una risposta secca e decisa: “Ué, barbetta, con calma e per piacere!”

Un amico incontra Lazzaro per la strada: “Ma come Lazzaro? Non eri morto?”

Lascia perdere ... sono vivo per miracolo!”



Per una suocera

Un uomo entra in un negozio di pompe funebri.

È morta mia suocera e vorrei una bara da poco prezzo!”

Beh, c’è questa che costa 100 euro

Per carità, io sono disoccupato e non ho tutti questi soldi!”

Allora c’è quest’altra che ne costa 50” risponde il negoziante.”

Macché, è sempre troppo, non avete altro?”

No, bare a meno prezzo non ce ne sono ma se porta qui sua suocera le attacchiamo 4 maniglie ai fianchi e al trasporto ci pensate voi parenti!”



La trottola

Un uomo in punto di morte si rivolge alla moglie: “Cara, ricorda che se mi tradirai io mi rigirerò nella tomba.”

No, caro, non ti preoccupare”, fa lei sorniona, “ti sarò sempre fedele.”

L’uomo muore contento e va in paradiso.

Dopo un po’ di tempo muore anche la moglie che, desiderosa di ritrovare il marito, si presenta da San Pietro:

Mi scusi San Pietro, sto cercando mio marito Mario.”

Sia più precisa. Sa, di Mario qui ce ne sono moltissimi.”

Si, era alto, biondo, prestante.”

Ma non ha qualche indicazione in più?”

È arrivato qui circa un anno fa.”

Non basta signora, mi serve qualcosa di più preciso!”

Sul punto di morte mi ha detto che se lo tradivo si sarebbe rigirato nella tomba.”

Ah adesso ho capito. È laggiù in fondo. Qui lo chiamano Mario la trottola”.



Le nozze d’argento

Un giocatore di golf nota un corteo funebre passare lungo la strada che affianca il campo. Suggerisce allora ai compagni di gioco: “Ragazzi, perché non ci fermiamo un attimo in segno di rispetto per la persona deceduta?”

Allora si levano i berretti e si fermano in silenzio mentre le macchine scorrono lentamente.

Alla fine uno dei giocatori fa: “Certo che c’erano un sacco di macchine! Quella persona doveva essere tanto amata!”

Allora il primo giocatore ribatte: “Eh sì ... avremmo fatto venticinque anni di matrimonio domani ...”




Nel XV secolo le edizioni a stampa si susseguirono rapidamente: solo tra il 1465 e il 1500 se ne contavano ben novanta.

Tornando al titolo si è proceduto a formulare, accanto al sostantivo latino ars, il termine di neoconio schiattamoriendi che fonde il gerundio moriendi al verbo intransitivo napoletano schiattà, per creare un vocabolo omofonico con schiattamuorto. In napoletano schiattà significa “crepare, scoppiare” e schiattamuorto significa “beccamorto, becchino”, vocabolo quest’ultimo probabilmente proveniente dal francese croquemort, da croquer vale a dire “divorare”. L’allusione è da riportare a quel particolare volatile che si nutre di sole carogne, il che spiegherebbe anche l’origine degli italici “beccamorto” e “pizzicamorto”. Da qui il senso spiritoso del nostro neologismo di “arte del morir schiattati” ovvero, per traslato, “arte da beccamorti”. Senso spiritoso e spiritato ad un tempo perché il libercolo oscilla tra il ridicolo e lo strano mortuario in un tentativo di esorcizzare la “Signora”, ridicolizzandola col dovuto tatto (non si sa mai!) e mitigando l’humour col mostrarne lati affascinanti e nascosti.

Ridendo castigo mortes!


Tratto da “Ars schiattamoriendi”

Sottotitolo: L'arte di schiattare dal ridere con la morte

Autore: Gennaro Francione

Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

Editore: Felice Scipioni

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