sabato 25 aprile 2009

Che Guevara (VI) – L’occupazione dell’Avana

Parallelamente alla guerriglia sulla Sierra Maestra - ormai saldamente occupata e dominata dai guerriglieri - si sviluppava la lotta urbana condotta da uomini altrettanto valorosi. A Santiago la lotta urbana clandestina venne diretta in un primo momento da Frank Paris, un grande rivoluzionario e organizzatore del "Movimento 26 luglio". Ma quell'intellettuale eccezionale fu messo a tacere il 30 luglio del 1957. Venne ucciso proditoriamente dalla polizia del dittatore. Aveva solo 25 anni. La notizia del suo assassinio provocò uno sciopero generale spontaneo di esecrazione contro il regime batistiano; sciopero che consolidò la prospettiva insurrezionale per la quale Paris stava tenacemente lavorando.

A L'Avana, il capo della guerriglia urbana era uno studente: Jose Antonio Echeverria. Cinquanta giovani del gruppo, il 13 marzo 1957, tre mesi dopo lo sbarco del "Granma", organizzarono un duplice attacco combinato al Palazzo presidenziale del Dittatore e alla radio nazionale. II piano prevedeva la cattura e l'esecuzione, seduta stante, di Batista. Dalla radio si doveva trasmettere un appello all’insurrezione nazionale, ma l’assalto al palazzo fallì. Batista ebbe il tempo di ritirarsi al secondo piano dell'edificio mentre le sue guardie del corpo fronteggiarono e bloccarono i rivoluzionari. Quasi tutti gli assalitori furono uccisi.

II 9 aprile del 1958, le forze rivoluzionarie urbane, sottovalutando le forze del nemico e sopravalutando le proprie, commisero una gravissimo errore: indissero uno sciopero generale insurrezionale a Cuba che fallì clamorosamente dando luogo ad una repressione sanguinosa senza prece­denti che compromise seriamente l'intero Movimento rivoluzionario a livello nazionale. Per porvi riparo, il 3 maggio si riunì la Direzione Nazionale del "Movimento 26 luglio". Alla riunione, pur non facendo parte della Direzione nazio­nale, venne invitato a parteciparvi Ernesto Guevara in riconoscimento dei suoi meriti dimostrati nella lotta sia politica che armata.

"In quella riunione - scrisse il Che nelle sue "Pagine della guerra rivoluzionaria" pubblicate nel 1963 - furono prese decisioni importantissime, in cui primeggiò l'autorità morale di Fidel, il suo indiscusso prestigio... " tanto che, a conclusione di quella importante adunata dei dirigenti più popolari del Movimento, Fidel Castro venne nominato all’ unanimità Comandante in Capo di tutte la Forze Armate e Segretario Generale del "Movimento 26 luglio".

Clamoroso, nel pieno della guerriglia urbana, fu il sequestro del famoso corridore automobilistico argentine, Juan Manuel Fangio, campione del mondo e a quell'epoca al vertice della camera. Sequestro che ebbe lo scopo di attirare su Cuba 1'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e mettere in luce le nefandezze del regime batistiano e della sua famiglia di saccheggiatori dello Stato.

Fu allora che il governo dittatoriale mise in atto la grande offensiva contro la guerriglia con l'intento di ripulire la Sierra Maestra e l’intera provincia dell'Oriente quale centrale operativa della Rivoluzione.

Furono impiegati aerei e carri armati e ogni sorta di armi generosamente fornite dagli Stati Uniti d'America che inviarono, in soccorso del dittatore, esperti consiglieri e spioni Jella CIA, Fu un'autentica catastrofe per Batista. I regolari non riuscirono ad individuare le bande che operavano in ordine sparso con grande mobilita; a piccoli gruppi e di sorpresa; essi colpivano duramente e rapidamente si ritiravano nei boschi e nelle zone impervie, impraticabili ai mezzi motorizzati. In quell' intensa azione il Che ebbe modo di mettere in pratica le sue teorie sulla "Lotta guerrigliera" e sperimentarne l’efficacia.

Per sfuggire alla disfatta totale, Batista si vide costretto a ritirare le sue truppe dalla Sierra Maestra, decimate e demoralizzate; molti suoi effettivi disertarono; non pochi passarono armi e bagagli dalla parte dei ribelli.

Sempre nei centri urbani venne organizzato con successo il sabotaggio delle elezioni (al voto partecipo appena il 40 per cento degli elettori) indette dal dittatore nel novembre del 1958, nel tentativo di salvarsi con quel trucco, in estremis, dalla nemesi storica che incombeva su di lui.

Fidel Castro riunì lo Stato Maggiore dell'esercito di volontari. Era venuto il momento di attaccare la provincia di Las Villas, al centro dell'isola, con il disegno di dividere in due il paese. Al Che venne affidato il comando di una delle due colonne formate per condurre a buon fine l'operazione militare. L'altra colonna fu posta al comando di un altro valoroso partigiano, Camilo Cienfuegos.

I guerriglieri del Che e di Camillo si arrampicarono letteralmente sui ripidi sentieri dell'Escambray e piombarono su Santa Clara, la capitale di Las Villas. Dopo sessanta ore di combattimento Cuba era tagliata in due; le principali strade di comunicazione erano ormai saldamente nelle mani dei combattenti del Che e di Camillo: il medico idealista e lo studente proletario, diventati comandanti militari di prim' ordine per coraggio, astuzia, intuizione, capacità e prestigio sui subalterni e tra le popolazioni che liberavano dal giogo della dittatura. La strada era aperta verso L'Avana, verso la vittoria definitiva!

La caduta di Santa Clara fece capire a Batista che non c'era più nulla da fare. Scappò senza ritegno, non dimenticando di mettere in salvo con sé il bottino delle sue ruberie.

Dopo la presa di Santa Clara, il Che ebbe l’ordine dal Comando Generate dell'Esercito Ribelle di marciare con la sua colonna su L'Avana e occuparla militarmente insieme con la colonna di Camillo.

II 4 gennaio, le due colonne dei barbudos, dopo aver occupato con la forza gli accampamenti militari la Cabana e la Columbia, entrarono trionfalmente all'Avana. Fu un tripudio di popolo. La "Lunga marcia" era durata cinque durissimi mesi.

L'8 gennaio, con la partecipazione di una follia enorme - che lo accolse ballando il cha-cha-cha - Fidel Castro proclamò solennemente la nascita del "Primo territorio libero d'America".

0 commenti:

Posta un commento