martedì 21 aprile 2009

Mai senza parole – Curiosità del giardino di Epicuro

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Le parole sono il veicolo principe della comunicazione. Diventano strumento di difesa per gli oppressi e i perseguitati, quando debbono rintuzzare i soprusi e le angherie dei potenti.

Il bravo affabulatore è capace di mascherare il niente scegliendo e disponendo, in modo adeguato e accattivante, le parole. può farci apparire bianco ciò che è nero e viceversa. Attraverso il linguaggio - potenza delle parole! - è possibile fare una rapina a bocca armata, senza essere perseguiti.

Le parole possono essere pietre, ma anche rose e provocare la gioia dei nostri simili.

“In principio c’era il Verbo”. All’inizio di tutto vi era la “Parola”. La parola come compendio e corollario dell’Universo, come salvezza o dannazione. L’unica capace di mettere in rapporto - attraverso il suono della voce o la grafia di un biglietto augurale – l’anima con il corpo.

Riappropriarsi della Parola e farne adeguato uso, deve costituire il fondamento e il coronamento di ogni azione educativa.

La parola è vita.

Pensate ad un avvenimento lieto o triste, che ci riguarda indirettamente: qualora il nostro dire si limitasse alle espressioni auguri o condoglianze, rischieremmo di apparire prosaici, banali, privi di spontaneità e di inventiva.

Se invece la nostra fantasia e versatilità, unita ad una buona conoscenza del dizionario, riuscisse a partorire espressioni colorite, inconsuete, brillanti, umoristiche o profonde, a seconda delle circostanze, la nostra partecipazione all’evento acquisterebbe una connotazione originale ed incisiva, tale da apportare gioia e sollievo alla persona cui intendiamo rivolgerci.

La parola è il logos di Dio. è nel silenzio dell’anima e nell’aridità dei rapporti interpersonali che si spalanca l’inferno.

Tratto da “Mai senza parole”

Autore: M. Giuseppina Andreoli

Collana: Curiosità del giardino di Epicuro

Editore: Felice Scipioni

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