« E se "filo-sofia" non volesse dire "amore della saggezza" ma "saggezza dell'amore", così come "teologia" vuol dire discorso su Dio e non parola di Dio, o come "metrologia" vuol dire scienza delle misure e non misura della scienza? Perché per filosofia questa inversione nella successione delle parole? Perché in Occidente la filosofia si è strutturata come una logica che formalizza il reale, sottraendosi al mondo della vita, per rinchiudersi nelle università dove, tra iniziati si trasmette da maestro a discepolo un sapere che non ha nessun impatto sull'esistenza e sul modo di condurla? Sarà per questo che da Platone, che indica come condotta filosofica "l'esercizio di morte", ad Heidegger, che tanto insiste sull'essere-per-la-morte, i filosofi si sono innamorati più del saper morire che del saper vivere? »
Umberto Galimberti, La Repubblica 12 aprile 2008
3 commenti:
Ognuno legge quello che vuole leggere e lo interpreta a modo suo, è ininfluente quello che dicono gli altri.
e tu come hai risolto il dilemma?
Ciao Roberta. La risposta è dentro di te...anzi dentro il tuo ultimo post.
Vale
Nessuna riposta. Mi limito a chiedermi e poi ci fumo sopra.
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